
ISOLE della LAGUNA
MURANO
E’ una isola situata nella laguna nord, tra Burano e Fondamenta Nove. Secondo una leggenda l’origine del suo nome deriva da “AMMURIANUM”, nome dato all’isola dai suoi primi abitanti, che scapparono dalle città di Altino e di Oderzo per trovare rifugio al momento delle invasioni barbariche.
Anticamente l’isola di Murano era nota per essere un importante centro commerciale e una città-porto, economicamente sostenuta da attività legata alla pesca e alla produzione di sale.


Le sue origini sono molto antiche ma i primi documenti di Murano risalgono al 1200, in cui si descriveva la presenza di fornaci e facendola diventare la città del vetro. La motivazione della delocalizzazione delle fonderie dai vari sestieri veneziani a Murano, prevalentemente da Cannareggio e avvenuta grazie ad un Decreto nel 1291, è dovuta per evitare gli incendi della città i cui edifici erano costruiti per la maggior parte in legno.
L’arte raffinata della lavorazione del vetro iniziò a svilupparsi nel medioevo in cui i veneziani acquisirono le prime nozioni sui metodi per manipolare questo materiale dagli orientali. Ben presto l’arte delle vetrerie divennero talmente famose e pregiate che vennero considerate un bene di lusso. Oggi, Murano continua ad ospitare moltissime fonderie e piccoli studi di artigiani e artisti (maestri vetrai) che realizzano oggetti di ogni tipo.
Ai tempi della Serenissima Murano era un’isola indipendente, anche dal punto di vista amministrativo, con numerose chiese, monasteri e conventi. Tra le poche rimaste a seguito del decreto napoleonico, c’è il Duomo dei Santi Maria e Donato, ove erano custodite la spoglie del Santo. La Chiesa di Santa Maria degli Angeli, con un passato da lazzaretto per l’epidemia di colera nei primi del 900. Nel rio dei vetrai è situata la Chiesa di San Pietro Martire, famosa per custodire le spoglie di un famoso vetraio del ‘500: Giorgio Ballarin e di alcuni componenti della sua famiglia.
MUSEO DEL VETRO: è situato a palazzo Giustinian, palazzo gotico e antica residenza dei Vescovi di Torcello. All’interno sono conservate numerosi collezioni antiche, donazioni di antiche famiglie muranesi. E’ inoltre presente un lampadario storico costituito da sessanta bracci e straordinariamente grande, donazione dei maestri vetrai Lorenzo Santi e Giovanni Fuga.
DA NON PERDERE:
Vetreria: l’arte dei maestri vetrai presso una fonderia è una esperienza indimenticabile.

CURIOSITA’
Faro di Murano: Non si può non notare il faro con la sua posizione insolita e distante dal mare. La sua luce puntava direttamente al centro della bocca di porto del Lido, agevolando il rientro delle navi durante la notte in particolare durante le giornate di nebbia. Ai tempi della Serenissima il faro era di legno e alla cui sommità venivano accesi dei fuochi, oggigiorno è costruito in pietra d’Istria
BURANO
E’ un’isola nell’estremo nord della laguna, nota per le sue tipiche case vivacemente colorate e per l’antica lavorazione del merletto.
Probabilmente è stata fondata dai cittadini di Altino, che per sfuggire dalle invasione barbariche si rifugiarono nelle isolette a nord, costruendo palafitte con canne e fango.
CURIOSITA’:
Merletti e la scuola del merletto: La tradizione del merletto sembra sia dovuta alla necessità e al perfezionamento della tecnica per riparare le reti da pesca o secondo alcuni, alle lunghe attese delle moglie per attendere il ritorno dei mariti pescatori. Le prime testimonianze risalgono alla fine del XV secolo, e nel secolo successivo la dogaressa Morosina Morosini fondò il primo laboratorio con le merlettaie che diventò presto una delle più ricche corporazioni di Venezia. I merletti più famosi sono stati acquistati da Caterina de’ Medici, dai Tudor, da Luigi XIV, La Regina Margherita, ecc.
Nel museo del merletto sono esposti oltre duecento esemplari unici a partire dal XVI secolo, eseguiti con le tecniche complicate ed uniche nel suo genere. Oggi, per mantenere viva la tradizione, si eseguono ancora corsi ma per creare un centrotavola è necessario circa un mese. .



Case colorate: probabilmente la tradizione di colorare le abitazioni è per permettere ai pescatori di riconoscere la proprie abitazioni da lontano e, in particolare, nelle giornate di nebbia intensa. Le mogli per aspettare il ritorno dei “barcaroli” passavano il tempo a fare i merletti per poi rivenderli ai nobili.

DA NON PERDERE:
Passeggiare per l’isola: ammirate uno dei borghi più belli d’Italia facendo una passeggiata per l’isola, soffermatevi a guardare il campanile pendente annesso alla chiesa di San Martino.
SAN FRANCESCO DEL DESERTO

Situata vicino a Burano l’isola di San Francesco del deserto è un vero paradiso incontaminato. La leggenda riporta che era l’isola in cui nella primavera del 1220 Frate Francesco d’Assisi, al ritorno della V Crociata, si fermò per pregare e riflettere. Alla canonizzazione di San Francesco, il doge Michel, proprietario dell’isola, la donò alla confraternita dei frati Francescani. Oggi vivono circa una dozzina di frati e vivono di offerte lasciate dai turisti.
CURIOSITA’:
Leggenda della statua del Santo: Secondo la leggenda, San Francesco avrebbe piantato nel giardino il suo bastone da viaggio, diventato successivamente un pino ma, nel 1701 si seccò e dal suo tronco si ricavò una statua del Santo che fu posta nella chiesa.
Malaria: Il nome di San Francesco del Deserto deriva dal XV secolo, periodo in cui l’isola fu abbandonata a causa della malaria, malattia tipica delle zone paludose.
TORCELLO
Insieme a Malamocco è uno dei centri urbani più antichi e probabilmente in origine era strettamente collegata da un canale navigabile alla vicino Altino, città romana. La sua grandiosità e ricchezza degli abitanti dell’isola sono testimoniate dalla sontuosa cattedrale di Santa Maria Assunta (V secolo), costruita in stile bizantino.
Nel periodo di massimo splendore gli abitanti erano circa 20.000, con numerose chiese (tra cui la Chiesa Santa Fosca) e conventi, con un proprio Podestà, consentendo di essere indipendente dalla rivale Venezia.
Nonostante fosse, insieme a Burano e Mazzorbo, stata inserita al centro di un commercio marittimo, perse sempre più potere a scapito della vicina Venezia.


Oggi l’isola non presenta molti edifici in quanto nei secoli furono spogliati dai veneziani e muranesi per la costruzione dei propri palazzi. E’ presente la bellissima Basilica di santa Maria Assunta, in cui interno è presente un mosaico in stile bizantino di grandi dimensioni che rappresenta il Giudizio Universale e una Madonna col bambino. E’ visibile anche l’immagine di Sant’Eliodoro, primo vescovo di Altino e il sarcofago romano collocato sotto la prima pietra della cattedrale, posata nel 639.
La chiesa vicina, intitolata a Santa Fosca, risale al XII secolo, e le cui spoglie sono sotto l’altare. La chiesa ha la pianta a croce greca, tipica dell’influenza culturale bizantina che Venezia subì fra il IX e il XII secolo.
CURIOSITA’.
Trono di Attila: si tratta di una pietra bianca a forma di sedia presente nel campo adiacente la basilica. La leggenda narra che si sedette Attila al suo passaggio a Venezia ma probabilmente era destinato al vescovo di Torcello o un’altra autorità locale.
DA NON PERDERE:
Il ponte del Diavolo: è lungo il tragitto tra il pontile del battello e le chiese. E’ famoso per non avere i parapetti e che nelle notti di luna piena è visibile il Diavolo con la fattezza di una gatto nero.

SAN LAZZARO DEGLI ARMENI
È situata tra Sant’Elena e il Lido di Venezia ed è completamente occupata da un monastero dell’Ordine mechitarista, di cultura armena.

Il suo nome deriva dall’antico utilizzo come lazzaretto (lebbrosario), cioè intitolato a San Lazzaro mendicante, patrono dei lebbrosi. Fino al 1700, l’isola era destinata a monastero benedettino e successivamente dei Domenicani. Solo dopo il 1700 fu destinata alla comunità armena, profughi scappati dalla Turchia orientale. Grazie a monaco Mechitar, divenne ben presto centro della cultura armena, con una raccolta di circa 170.000 testi e manoscritti antichi (armeni, arabi, egiziani, indiani), con l’obiettivo di mantenere viva la lingua e le tradizioni. Avendo un doppio ruolo: religioso e luogo per la divulgazione della scienza, il monastero fu risparmiato dalle truppe Napoleoniche.
SAN GIORGIO MAGGIORE
È l’isola situata di fronte a piazza san Marco, anticamente donata dalla famiglia patrizia dei Memmo ai Benedettini, che costruirono un monastero e la chiesa di San Giorgio, la cui facciata è stata progettata da Palladio.
Il decreto Napoleonico ha soppresso il monastero come luogo di culto religioso e trasferì le opere d’arte in Francia, tra cui le Nozze di Cana di Veronese, attualmente esposto al Louvre.
Sia sotto gli austriaci che sotto il Regno d’Italia, l’isola divenne una struttura militare. Solo nel 1951 il Governo Italiano vendette l’isola al Conte Giorgio Cini che restauro il monastero e creò la Fondazione Giorgio Cini, con sede della Compagnia della Vela e del Centro Congressi.
CURIOSITA’
Dove oggi c’è la darsena, per decreto Napoleonico l’area fu destinata a porto franco, al pari del porto di Trieste.
DA NON PERDERE
La miglior vista di Venezia è dal campanile della chiesa, con la vista frontale del Palazzo Ducale e di piazza san Marco. Assolutamente da non perdere il tramonto dalla sommità del campanile.


GIUDECCA
L’isola della Giudecca è posta a sud del centro storico e si affaccia al canale della Giudecca. L’origine del proprio nome era riferito al popolo ebraico (Giudei) che si insediò fino al XIII secolo, per poi trasferirsi all’attuale ghetto (Cannareggio).
Nel corso dei secoli diventò il polo industriale di Venezia, con fabbriche di birra (Birra Venezia), distillerie, tessuti (Fortuny), mulini (Stucky), orologi (Junghans), asfalto, ecc., oggi dismessi per far posto a hotel di lusso e abitazioni per residenti.
La Basilica del Redentore (XVI secolo) è stata progettata da Palladio su volontà della Repubblica Serenissima, in segno di ringraziamento per la fine della peste. Oggigiorno si ricorda l’evento, con la Festa del Redentore, con fuochi pirotecnici e il ponte votivo che collega la collega alle zattere.


DA NON PERDERE
Molino Stucky: è una struttura in mattoni in stile neogotico. Anticamente era il mulino più grande della Serenissima, ma la sua decadenza cominciò con la costruzione della ferrovia e la nuova rete commerciale con la terraferma. Oggi è un hotel di lusso, ma potete prendere un aperitivo in terrazza e godervi il panorama.
Passeggiata: godetevi la passeggiata lungo la fondamenta del canale della Giudecca fino alla casa dei Tre Oci.
CURIOSITA’
Buen ritiro: Negli ultimi anni l’isola della giudecca è diventato il buen ritiro dei nobili e dei VIP, consentendo di vivere fuori dai normali percorsi turistici pur mantenendo un legame al centro storico. Se siete fortunati troverete a passeggio Elton John, Madonna, Miuccia Prada, ecc
LIDO
È una striscia di terra lunga 12km e larga da 200 a 1500m che divide il mare Adriatico dalla Laguna di Venezia. A metà isola c’è il piccolo centro abitato di Malamocco, di origine romana (antica Metamauco), che raggiunse la sua massima importanza, anche maggiore rispetto a Venezia e Torcello, nel VIII secolo. La sua decadenza storica cominciò dopo l’invasione dal mare Adriatico di Pipino, figlio di Carlo Magno, nell’anno 810. L’obiettivo di Pipino era conquistare l’intera area lagunare, compreso RivoAlto (attuale Rialto), mai raggiunto per il fondale troppo basso. Fu così che la sede strategica e politica dei popoli lagunari fu trasferita in acque più sicure come quelle del sestiere di San Marco, da dove si sviluppò l’attuale Venezia. Fino al XIX secolo il Lido era considerata una linea difensiva per potenziali attacchi dal mare, ma a fine ‘800 il Lido si trasformò e si affermò come meta balneare, molto ambita e ricercata dagli aristocratici di tutto il mondo. Ben presto si cominciarono a costruire grandi alberghi, edifici in stile liberty e parchi. Oggi è sede del Casino di Venezia e a settembre si tiene la Mostra Internazionale del Cinema. Sul fronte nord del lido è presente la chiesa e l’abbazia benedettina di San Nicolò del 1044, che conserva le reliquie di San Nicola e il cimitero ebraico fondato nel 1386.
CHIOGGIA
Chioggia è una citta con amministrazione indipendente da Venezia e si trova ai margini meridionali della laguna di Venezia.
La leggenda dice che Chioggia sia stata fondata da Clodio, che con Enea è fuggito dalla distruzione di Troia e approdò alla attuale zona. La sua struttura urbana con il sistema viario tipicamente romano, indica l’antichità delle proprie origini.
Chioggia era importante soprattutto per le sue saline “Sal Clugiae”, molto apprezzato nei tempi antichi e il sale prodotto era usato come merce di scambio con le città limitrofe.

A Chioggia è formata da un piccolo gruppo di isole collegate alla terraferma da un ponte; sono presenti calli, campi e canali, tra cui il principale è il Canal Vena. Questo equilibrio tra terra e acqua la rende molto simile a Venezia, tanto da conferirle il soprannome di Piccola Venezia.
Tra i monumenti da visitare troviamo la Porta Garibaldi, fortezza del 1300 che segna l’accesso al centro della città rinascimentale, la chiesa di San Domenico (XIII secolo), la chiesa di Sant’Andrea con l’orologio del XI-XII secolo il quale, secondo alcuni storici, è il più vecchio al mondo.
CURIOSITA’
Il gatto: in piazza Vigo c’è una colonna con il Leone Marciano, simbolo del Venezia ma ironicamente chiamato dai veneziani “el gato de Ciosa”, perché di dimensioni molto inferiori a quelle del leone di Venezia.