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È il simbolo di Venezia e della Cristianità. L’attuale struttura deriva dalla vecchia cappella privata del doge e dedicata al primo patrono di Venezia: San Teodoro (Todaro in veneziano). La sua esatta posizione era verso la piazzetta e a lato del rio Batario, attualmente interrato.

Nell’anno 828, Giustiniano Partecipazio fece costruire la prima chiesa dedicata a San Marco, per ospitare le reliquie di San Marco trafugate ad Alessandria d’Egitto da due mercanti veneziani: Bon da Malamocco e Rustico da Torcello. Nei secoli successivi venne più volte ristrutturata ed ampliata fino al XIII secolo, assomigliando sempre più alla Basilica dei Santi Apostoli di Costantinopoli, segnando un filone artistico con l’arte bizantina a Venezia

Nella facciata marmorea della Basilica furono inseriti mosaici, una grande quantità di marmi , statue e materiale eterogeneo. La policromia dei marmi trafugati durante la quarta Crociata a Costantinopoli, guerre in oriente e proveniente da altri edifici di terre conquistate, conferisce effetti che variano a seconda dell’inclinazione del sole, con giochi di chiaro e scuro.

In quegli anni furono trafugati i Cavalli di San Marco, riposti sopra il portale della basilica, e i Tetrarchi, scultura di granito scuro e attualmente presenti all’angolo del Tesoro di San Marco, come se fossero a guardia del posto più importante di Venezia.

Probabilmente anche la Pietra del Bando, luogo destinato agli annunci dei decreti e leggi, è originaria della Siria.

Tetrarchi di San Marco

Grazie ai suoi tesori di San Marco e ai mosaici dorati, la Basilica di San Marco iniziò ad essere soprannominata la “Chiesa d’oro”, rendendo l’edificio il simbolo della potenza e ricchezza acquisite dalla Serenissima.

Essendo la Chiesa di Stato, la basilica di San Marco era praticamente la cappella personale del Doge e non dipendeva dal Patriarca nominato dal Papa, cui la sede era presso la Chiesa di San Pietro di Castello.

Anche l’amministrazione del patrimonio e tesori della basilica non era di gestione papale, ma era affidata ai Procuratori di San Marco, che avevano sede nelle Procuratie (edifici in Piazza San Marco), vantando nomi illustri come: Jacopo Sansovino e Baldassare Longhena. Oggi i Procuratori di San Marco esistono e svolgono ancora gli stessi compiti di un tempo.

Solo nel 1807, dopo la caduta della Repubblica Serenissima, il papa Pio VII con la bolla papale, confermò il trasferimento della sede del Patriarca da San Pietro di Castello alla Basilica di San Marco. 

Nella facciata potete notare il mosaico più importante e originale (XIII secolo), sopra il primo portale a sinistra, che rappresenta l’ingresso del corpo di San Marco nella basilica com’era allora. Gli altri, danneggiati, furono rifatti nei secoli successivi.

La lunetta del portale centrale è decorata con un Giudizio universale con una serie di Profeti, di Allegorie dei mesi, dei Mestieri e di altre scene simboliche con animali.

Dagli archi dell’ordine superiore sono presenti quattro santi guerrieri e San Marco che vegliano sulla città.

Nella parte centrale, sotto San Marco, c’è il Leone alato simbolo della città con il libro e la trascrizione: “Pax tibi Marce Evangelista meus” [pace a te, Marco, mio evangelista].

L’opera più famosa presente sulla facciata della basilica e proviene da Costantinopoli, è la Quadriga, cavalli di bronzo dorato e argentato. Essi furono saccheggiati dai Veneziani, durante la IV crociata.

Particolare della facciata della basilica con i quattro cavalli di san marco
  • Corpo del Santo trafugato: Il corpo di San Marco arrivò a Venezia con un metodo ingegnoso. Secondo la leggenda, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello trafugarono il corpo di San Marco ad Alessandria d’Egitto, trasportando il corpo in una cassa e dicendo alle guardie che stavano trasportando carne di maiale, animale impuro per i musulmani, evitando così i controlli su tutto il territorio islamico.
  • Sede Patriarcale: La sede patriarcale, con gestione e nomina da parte del Vaticano, fino al 1807 era la Basilica di San Pietro di Castello. Solo con la caduta della Serenissima ad opera di Napoleone, il papa Pio VII con la bolla papale del 1807, confermò il trasferimento della sede del Patriarca da San Pietro di Castello alla Basilica di San Marco. 
  • Fine del Sacro Romano impero: All’interno del narcete c’è una pietra di porfido bianco incastonata nel marmo rosso. La leggenda riferisce che è il punto esatto in cui Federico Barbarossa nell’anno 1177 si inginocchiò di fronte a papa Alessandro III, decretando la fine della guerra tra Sacro Romano Impero e il Papato (alleato della Repubblica Serenissima).
  • Pietro del Bando: nel lato sud della basilica è presente la “Pietra del Bando” per l’annuncio di decreti e leggi, ma il crollo nel 1902 del Campanile di San Marco, tale struttura ha protetto l’angolo della Basilica, evitando danni irreparabili.

Superato la porta centrale di San Clemente ed entrati nello spazio sacro della basilica, vi troverete avvolti dai mosaici dorati, che avvolgono la parte superiore dell’atrio chiamato Nartece,

Nel Nartece, sono presenti i mosaici che preannunciano la sacralità dello spazio interiore e illustrano l’Antico Testamento, testimoniata anche dalla scritta in latino “In principio Dio creò il cielo e la terra. Lo spirito di Dio aleggiava sopra le acque “.  Seguono la Creazione con Dio che separa la luce dalle tenebre, e la terra dalle acque, la creazione degli animali e dell’uomo a propria immagine e somiglianza. Continua con la storie di Noè, la costruzione della torre di Babele e Mosè.

Superato il portale entrerete nello spazio sacro della basilica, i mosaici dorati, che avvolgono la parte superiore e le pareti, sono sicuramente l’aspetto più coinvolgente per il senso del Divino.  La concezione stilistica è puramente greco-bizantina e raffigurano storie tratte dalla Bibbia, vicende della vita di Cristo, della Vergine, di San Marco Evangelista e di altri santi.

La pianta della basilica ricorda la chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli, con la pianta a croce latina e con cinque cupole.

Le navate sono divise da colonne che sostengono le cupole e la struttura, le pareti e i pilastri sono rivestiti con lastre di marmi policromi, probabilmente di origine medio-orientale. Il pavimento è del XII secolo ed è costituito da marmi policromi con figure geometriche (ruote quadrati, rombi) ed animali simbolici.

Costruzione dell’arca di Noe e salita degli animali
Interno della Basilica

Contrariamente di criteri e simbologie bizantine, l’altare non è al centro ma si trova nel presbiterio, criterio moderno ed occidentale.

Nell’altare sono custodite le spoglie di San Marco e sopra è esposta la stupefacente Pala d’oro.

Nell’angolo del Transetto è presente anche la sala del Tesoro, con la custodia di reperti bizantini per la maggior parte trafugati al ritorno della quarta crociata. 

Nel transetto destro, collegato al Palazzo Ducale, si trovano le reliquie ed è il luogo dove il neoeletto doge si presentava ai veneziani.

Anche se lo spazio è avvolto da luce velata che spesso non esalta il colore dell’oro e che varia a seconda del sole o dell’ora, la visita ai mosaici è d’obbligo.

Tutti i mosaici presenti hanno un significato spirituale con simbologie legate alla cultura cristiana. 

Quelli all’interno della basilica raffigurano storie della Bibbia (Antico e Nuovo Testamento), figure allegoriche, storia della vita di Cristo, della Madonna, di San Marco Evangelista e di altri santi.

Il mosaico più antico è quelli dell’abside che raffigura il Cristo Pantocratore, le figure di Santi e Apostoli e all’ingresso dove sono raffigurati gli Evangelisti.

La Cupola della Pentecoste venne realizzata entro la fine del XII secolo, la Cupola centrale è detta dell’Ascensione, mentre quella sopra l’altare maggiore dell’Emanuele.

Nella cupola del presbiterio ci sono i profeti e Maria che annunciano le loro profezie.

La Pala d’Oro: si trova dietro l’altare maggiore ed è stata realizzata a Bisanzio su commissione Veneziana. È una lamina dorata con intarsiate circa 1300 perle, 300 zaffiri, 300 smeraldi e altre pietre preziose. È raffigurato Cristo Pantocratore con gli Evangelisti, Apostoli e Angeli. Sono presenti anche scene della vita di Cristo, tra cui la crocifissione, resurrezione, ecc